Poco prima dello scontro i circa 18.000 legionari schierati battevano il gladius sullo scutum in un assordante suono che ammoniva il nemico che presto avrebbe assaggiato il metallo delle loro spade. [57] La cavalleria legionaria, abolita nell'epoca di Gaio Mario, fu reintrodotta in modo definitivo da Augusto. IV a. C. le esigenze militari si fecero più incessanti, le legioni furono portate a quattro e diventarono unità tattiche: in occasione della II guerra punica diventarono una ventina. Elmo di Montefortino—>Dotato di un ciuffo di crini di cavallo. Con Costantino il controllo dell'esercito era inoltre definitivamente sottratto ai governatori, ormai ridotti al ruolo esclusivo di amministratori e giudici. La distinzione tra hastati, principes e triarii, che già era andata assottigliandosi, era ufficialmente rimossa,[29]. [187] La soluzione di Vegezio era tornare all'antico modo di combattere, alla "maniera romana", abbandonando il modo di combattere "alla barbara" introdotto dal sempre più crescente arruolamento di Barbari; in Occidente, tuttavia, per diverse ragioni, non si riuscì a invertire questa tendenza, portando alla sua rovina. II - Da Augusto ai Severi, L'esercito romano. Due Pila—>Giavellotti con la punta di ferro dolce. [134] Il nuovo imperatore dispose, prima di tutto, una divisione del sommo potere imperiale, dapprima attraverso una diarchia (due Augusti, a partire dal 285/286) e poi tramite una tetrarchia (nel 293, tramite l'aggiunta di due Cesari),[135] compiendo così una prima vera "rivoluzione" sull'intera struttura organizzativa dell'esercito romano dai tempi di Augusto. In altri casi si provvedeva alla costruzione di strade in zone acquitrinose (pontes longi), come avvenne in Germania durante il periodo della sua occupazione (dal 12 a.C. al 9 d.C.). Di fatto la cavalleria andava a costituire una sorta di "nuova riserva strategica" collocata nelle retrovie, in aggiunta alla legio II Parthica. Alle dipendenze di questi ultimi vi erano i comites, i conti, distinti da quelli suindicati per essere assegnati al comando di regioni secondarie o considerate più sicure. Esistevano gli equites sagittarii, arcieri a cavallo di derivazione orientale, partica o barbarica, la cavalleria leggera d'avanguardia (mauri, dalmatae, cetrati), e la cavalleria pesante dei catafractarii attrezzati di lance e muniti di pesanti armature squamate e o di lorica manica, di derivazione sarmatica, partica o palmirena. Creò la prima forma di autocrazia militare, togliendo potere al Senato dopo aver messo a morte numerosi membri dello stesso. [99] Tale cavalleria costituiva quindi anche un elemento d'urto e non solo una forza di ricognizione, compito cui era assegnato semmai, come già detto, il piccolo contingente a cavallo della legione. VI a. C. Servio Tullio divise in classi i cittadini in relazione ai mezzi di fortuna di ognuno (tanto più necessari dopo l’avvento della tattica oplitica propria della falange per la quale occorreva una costosa protezione), gli effettivi della legione furono portati a 4000 uomini distribuiti in centurie, oltre alla cavalleria schierata alle ali. [3], Secondo la tradizione fu Romolo a creare sull'esempio della falange greca[4] la legione romana, inizialmente formata da 3 000 fanti (pedites) e 300 cavalieri (equites), scelti tra la popolazione. Il cursus honorum prevedeva che nessuno potesse intraprendere la carriera politica senza aver prestato almeno 10 anni di servizio militare. Il legionario romano di età alto imperiale era equipaggiato come segue: Le legioni alloggiavano in due tipi di accampamenti (castrum): "da marcia" o permanenti. L'Inghilterra coast to coast lungo le vie romane (Italiano) Copertina flessibile – 10 ottobre 2014 di Paolo Ciampi (Autore) 3,1 su 5 ... baluardo difensivo, estremo limes settentrionale dell'impero e simbolo perenne della potenza di Roma. Al termine delle guerre civili tra Marco Antonio ed Ottaviano si contavano 60 legioni circa, pur se non a ranghi completi. [180], La perdita dell'Africa ebbe riverberi inevitabili e seri sulle finanze dello stato, indebolendo ulteriormente l'esercito (attorno al 444). balistàrio s. m. [dal lat. [70], La cavalleria legionaria, abolita nell'epoca di Gaio Mario, fu reintrodotta da Augusto. La vera grande riforma militare di Diocleziano fu soprattutto di tipo politico. Secondo la tradizione fu Romolo stesso ad istituire la prima Legione romana, ma il numero delle Legioni aumentò in proporzione alle nuove conquiste e all’espansione di Roma. [166] Sopravvivono in quest'epoca infine, per i quadri dell'esercito, i tribuni, agli ordini di un prefetto e divisi in due grandi categorie: comandanti di unità e comandanti superiori. Il numero delle legioni, salito a 45 nelle guerre civili, fu ridotto a 25 da Augusto per fissarsi successivamente intorno a 30, con effettivi di 5000 militari per legione e con un totale di ca. Essendo diventato l’armamento dei legionari tutto uguale, divenne necessario il doversi servire di truppe ausiliarie per compiti diversi da quelli propri della fanteria pesante legionaria. La struttura militare della legione. Sotto Costantino si ebbe, ancora una volta, la necessità di creare nuove legioni da porre lungo i confini imperiali, portando inevitabilmente ad un incremento del fabbisogno finanziario statale per mantenere le armate che ormai sembra raggiungessero i 600 000 uomini. vallo di Adriano, limes germanico-retico, castra stativa, ecc. Nei secoli successivi subirono continui perfezionamenti, in potenza e tipologia di munizioni, divenendo i terribili "tormenta ", le artiglierie meccaniche dell'esercito romano, che restarono in servizio per ben otto secoli. ), nelle operazioni d’assedio di città nemiche (con la realizzazione di macchine d’assedio, rampe e terrapieni, cordoni di mura intorno alle città assediate, ecc. Riordinò l'intero sistema di difese dei confini imperiali, acquartierando in modo permanente legioni e auxilia in fortezze e forti lungo il limes. Diocleziano aveva scelto di rafforzare le difese, di costruire nuovi forti, anche se dotandoli di una quantità di truppe di difesa inferiore rispetto al periodo precedente. Costantino I avviò una riforma dell’esercito romano graduale nel corso degli ultimi tredici anni di regno (dal 324 al 337, anno della sua morte), continuando poi con i suoi figli. Rilievo dal mausoleo di Glanum con rappresentati cavalieri romani in combattimento (anni 30-20 a.C.). La prima consisteva nel porre il blocco all'ingresso di merci e persone nella città e nell'isolamento del nucleo cittadino. Si noti il labaro del vessillo. Era assimilabile a una grande unità complessa odierna, di rango variabile tra una brigata e una divisione, ma soprattutto riuniva attorno a sé, oltre ai reparti dell'arma base, fanteria e cavalleria, altri reparti specializzati come frombolieri, sagittarii, esploratori e genieri. Sotto Settimio Severo venne aumentato il numero delle legioni romane a 33, con la costituzione di ben tre unità, in vista delle campagne partiche: la legio I, II e III Parthica. III - Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente. Jean-Michel Carrié. I successivi quattro ordini invece dovevano essere armati di lancea (sempre giavellotti), con cui bersagliare il nemico. Di conseguenza avremmo trovato: Le legioni stanziate lungo il limes in quest'epoca hanno ormai assunto una connotazione e un ruolo strategico dissimile dalle altre truppe stanziate in profondità, dislocate nei centri interni a causa delle sempre più gravi difficoltà logistiche. Il primus pilus veniva scelto tra i soldati più coraggiosi ed esperti. Vegezio, autore di un manuale di strategia militare redatto tra la fine del IV secolo e la prima metà del V secolo, si lamentò per l'imbarbarimento progressivo dell'esercito romano, il quale, cominciando a combattere alla maniera barbarica, perse il suo tradizionale vantaggio nella superiore disciplina e strategia militare; lo stesso Vegezio si lamentò per il fatto che l'imperatore Graziano avesse permesso ai suoi fanti, probabilmente di origini barbariche, di non indossare più elmo e armature, esponendoli maggiormente alle armi nemiche e portando come nefasta conseguenza a diverse sconfitte contro gli arcieri goti. L'aquilifer, di solito un signifero anziano, secondo nella gerarchia rispetto al centurione, era una figura di primaria importanza della legione, avendo la responsabilità di condurre in battaglia il simbolo dell'intero corpo militare, anche se la sua tutela era assegnata al centurione. All'inizio autonoma sul piano logistico, era normalmente stanziata in una provincia, di cui aveva la responsabilità della sicurezza e della difesa militare. In una seconda ed ultima fase, l'esercito romano avrebbe perso definitivamente la sua identità, quando probabilmente anche la maggior parte degli auxilia palatina furono rimpiazzate da federati.[189]. [45], Con la riforma mariana, le legioni, ora schierate secondo il nuovo ordinamento coortale, venivano disposte normalmente su due linee (duplex acies), soluzione che permetteva di avere un fronte sufficientemente lungo ma anche profondo e flessibile.[46]. [30] e fu creata quella che, nell'immaginario popolare, è la fanteria legionaria: un'unità omogenea di fanteria pesante. L'esercito manipolare si basava in parte sul sistema di classi sociali e in parte sull'età e sull'esperienza militare;[16] rappresentava quindi un compromesso teorico tra il precedente modello basato interamente sulle classi e gli eserciti degli anni che ne erano indipendenti. Pettorina—>Copriva soltanto il petto ed era in bronzo. Nel tardo impero l'esercito, per difendere i confini imperiali dalla crescente pressione barbarica, non potendo contare su reclute insignite di cittadinanza, a causa sia del calo demografico all'interno dei confini dell'Impero, sia della resistenza alle coscrizioni[183][184], ricorse sempre di più a contingenti di gentiles (fino a una vera deriva "mercenaristica"), utilizzati dapprima come mercenari a fianco delle unità regolari tardo imperiali (legiones, vexillationes e auxilia), ed in seguito, in forme sempre più ingenti e diffuse, come alleati che conservavano le loro tradizioni e le loro usanze belliche. Le armi imperiali da Augusto alla fine del III secolo, Armi e guerrieri di Roma antica. [186] Sempre Vegezio lamentava poi che i proprietari terrieri, non intendendo perdere manodopera, escogitavano diversi espedienti pur di non fornire soldati all'esercito, ricorrendo anche alla corruzione degli ufficiali reclutatori: ciò fece sì che, invece di reclutare gente idonea al combattimento, venissero reclutati pescatori, pasticcieri, tessitori ed altre professioni ritenute non idonee da Vegezio. Altri potevano essere addetti a svariate altre funzioni (dalla fabbricazione delle armi, al comando di unità della flotta ecc).[166]. Questo tipo di Legione si conservò per tutto il periodo repubblicano ed anche per i … La loro posizione andò conferendo a queste forze di frontiera, dette di limitanei o ripenses (se poste a guardia dei confini fluviali), un ruolo di salvaguardia o di controllo del limes, rispetto alle truppe "mobili", quelle dei comitatensi (comitatensi e limitanei potevano essere reclutati entrambi tra cittadini e peregrini). 150.000 uomini, reclutati ancora tra cittadini, ma con graduale inserimento anche della figura dei volontari, prevalenti verso la fine del sec. Alla sua morte erano dislocate sul territorio 37 legioni, usate sfruttando appieno il potenziale in mobilità,[53] di cui ben 6 in Macedonia, 3 in Africa Proconsolare e 10 nelle province orientali.[54]. I sistemi difensivi più rapidi e più facilmente realizzabili erano costituiti dai cavalli di frisia, ovvero da pila muralia (pali acuminati con un'incavatura al centro per consentire l'incastro assieme ad altri pila) legati insieme e posti in cima agli aggeri che sorgevano accanto all'intervallum che separava la zona adibita ad ospitare le tende (papiliones), da quella della cinta difensiva, solitamente costituita da un fossato a ridosso di un terrapieno, per i campi temporanei, o da un vallum di legno o pietra (intervallato da quattro porte mediane) munito di torri per quelli permanenti. La legione romana (dal latino legio, derivato del verbo legere, "raccogliere assieme", che all'inizio indicava l'intero esercito) era l'unità militare di base dell'esercito romano. [123] Già all'inizio del 69 unità sarmatiche erano state assoldate per presidiare la frontiera in Mesia, anche se tali truppe erano sospettate di essere facilmente corruttibili. [98] A destra e a sinistra dei legionari "le coorti leggere e due ali di cavalleria". A questo periodo di servizio poteva subentrarne uno ulteriore di alcuni anni tra le "riserve" di veterani,[64] in numero di 500 per legione[66] (sotto il comando di un curator veteranorum). Fregio della Colonna traiana. [127] L'aumento degli effettivi della cavalleria, non solo andava ad accentuare la caratteristica di maggior mobilità dell'esercito romano, costituendone una nuova "riserva strategica" interna (insieme alla legio II Parthica, formata in precedenza da Settimio Severo), ma anche quella di tradursi in un esercito meno di "confine o sbarramento" che ne aveva caratterizzato il periodo precedente fin dai tempi di Adriano. A differenza delle successive formazioni legionarie, composte esclusivamente di fanteria pesante, le legioni della prima e media età repubblicana consistevano di fanteria sia leggera che pesante. Mentre la prima linea centrale impegnava il nemico, grazie al rapido movimento ad arretrare dei manipoli, la cavalleria poteva tentare, inoltre, manovre evasive o accerchiamenti. Ciò potrebbe essere spiegato anche tenendo conto del fatto che il ceto senatorio era ormai disabituato a ricoprire responsabilità militari e appariva sguarnito delle competenze idonee a condurre gli eserciti. [192] Teofilatto Simocatta attesta, ancora a fine VI secolo, l'esistenza della Legio IV Parthica, anche se all'epoca le legioni erano quasi del tutto scomparse, sostituite da reggimenti di circa 500 soldati denominati numeri (in latino) o arithmoi (in greco). Signa (insegne) della legione nei rilievi dell'epoca di Marco Aurelio, presenti nell'arco di Costantino; tra l'altro è possibile notare la damnatio memoriae che colpì il ritratto di Commodo (primo in basso) nel vessillo centrale. Scutum—>Scudo ovale o rettangolare con i lati arrotondati. [177] L'aspirazione ad entrare nella milizia limitanea era, generalmente, più diffusa, non solo perché chi vi era arruolato (ovvero i provinciali) avesse il vantaggio di rimanere vicino alla famiglia, ma anche in ragione dell'esenzione a beneficio dei figli dei curiali (il notabilato delle città), garantita da una legge del 363, dell'obbligo ereditario alla ferma (riservato unicamente a coloro che sceglievano la strada dell'arruolamento e servivano nell'esercito per 10 anni).[178]. [133] Il ricorso alle vessillazioni si era fatto sempre più frequente. Il legionario, che in servizio era pagato con uno stipendio di 225 danari saliti a 750 sotto Caracalla, oltre a donativi, otteneva un’indennità di congedo (missio) con la qualifica di veterano certificata in un diploma. La "spina dorsale" dell'esercito romano rimase la legione, in numero di 28 (25 dopo Teutoburgo). Si rese così necessaria un'ulteriore tassazione del cittadino romano e una miglior distribuzione della circolazione monetaria per meglio rifornire le truppe alloggiate e distribuite a guardia dei confini provinciali. Gaio Mario e la Riforma dell’esercito romano, L’organizzazione della cultura in età augustea, sesquiplicarii (paga pari a 1,5 volte quella di un soldato semplice), ovvero il cornicen, il bucinator, il tubicen, il tesserarius ed ilbeneficiarius e. duplicarii (paga pari al doppio rispetto a quella di un soldato semplice), ovvero l’optio, l’aquilifer, il signifer, l’imaginifer, il vexillarius equitum, il cornicularius ed il campidoctor. Insegna tipica della centuria formata da un palo di legno con ad esso applicate delle phalerae (usate anche come decorazione), per un massimo di sei, che identificavano il numero della stessa all'interno della coorte. Alla fine del II a. C., con le riforme militari di Caio Mario, il reclutamento delle legioni fu allargato anche ai capite censi, con conseguente aumento consistente degli effettivi, fino a 6000 uomini per legione: l’esercito divenne ufficialmente una carriera professionale. La Notitia Dignitatum fornisce, infine, un quadro più o meno completo, anche se in gran parte anteriore alle grandi invasioni ed ai regni romano-barbarici, della struttura delle province e delle unità militari. Elmo di Montefortino—>In bronzo, dotato di tre piume nere. Tale uso fu fatto da Germanico nel 14 d.C. contro i Catti e nel 16 d.C. contro i Cherusci nell'assalto delle truppe romane contro un terrapieno difeso dai barbari.[79]. Oplon--->Scudo di origine greca rotondo e concavo, che contraddistingueva l'oplita. ), nella realizzazione di opere a protezione dei confini provinciali (es. Nel 476 le armate sollevate da Odoacre contro il magister militum Flavio Oreste e l'ultimo imperatore in Italia, Romolo Augusto, erano costituite unicamente da alleati germanici, perlopiù Sciri ed Eruli. Tuttavia potrebbero esserci strumenti di terze parti indipendentemente dalla volontà e responsabilità del webmaster. [123] Il simbolo compare in numerosi coni emessi da Antonino Pio, Decio, Claudio il Gotico e Aureliano. La seconda fase era quella della contravallatio (controvallazione), utilizzata a Masada, consistente nella costruzione di una semplice palizzata, di un fossato o di fortificazioni più complesso come sistema di difesa dagli assediati. Individua il tracciato delle strade nella tua regione e, se indicato, riportane il nome. Le vessillazioni in quest'epoca designavano, non più i distaccamenti legionari alto imperiali, ma reparti di sola cavalleria. Fondamentale novità del periodo relativo alla legione manipolare, dovendosi condurre campagne militari sempre più lontane dalla città di Roma, vide il proprio gruppo di genieri costretti a trovare nuove soluzioni difensive adatte al pernottamento in territori spesso ostili. In questo scontro il proconsole riunì tutte le truppe sotto il suo comando, comprese alcune unità ausiliarie, e mosse battaglia contro il ribelle numida, quest'ultimo supportato da unità maure. [62][68] Si trattava di una coorte milliare, vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti, con 5 manipoli (non quindi 6) di 160 armati ciascuno (pari a 800 legionari), a cui era affidata l'aquila della legione. Elmo corinzio, elmo attico e elmo calcidico--->Elmi di fogge gerche, largamente usati dai romani in età regia. L'impero, fondato formalmente da Augusto Ottaviano a conclusione delle terribili guerre civili che avevano insanguinato la penisola e il Mediterraneo, fu l'unico… Pugio—>Pugnale usato come arma di ultima difesa. Dalla Gran Bretagna all'Iraq, un quarto della popolazione nasceva e moriva sotto le insegne dei cesari. Dunque, è probabile che in quest'epoca prevalessero formazioni, di assetto prettamente difensivo, date dalla sovrapposizione di più ordini, che potevano anche arrivare a sedici. In genere le unità palatinae costituivano l'esercito dedicato a un'intera prefettura del Pretorio, mentre le unità comitatenses costituivano l'esercito dedicato a una singola diocesi nell'ambito della prefettura. Prima adottato dalle coorti e dalle ali di cavalleria, passò successivamente a identificare l'intera legione. Il successore di Alessandro Severo, Massimino il Trace, promosse la barbarizzazione dell'esercito romano,[125] essendo lo stesso Imperatore nato senza la cittadinanza romana,[126] ed aumentò l'importanza della cavalleria di origine germanica e catafratta sarmatica, arruolata dopo aver battuto queste popolazioni durante le guerre del 235-238. Con la battaglia del Lago Regillo Roma inflisse una dura sconfitta alle forze congiunte della Lega latina e la guerra si concluse con un trattato di alleanza, il foedus Cassianum, che di fatto sancì la posizione egemone di Roma. Gli addetti al trasporto dei simboli delle legioni e delle centurie erano: l'aquilifer per l'aquila della legione, il signifer per il simbolo del manipolo o della centuria, il vexillarius per il portatore del vessillo, l'imaginifer per le imagines degli imperatori e, in epoca tarda, il draconarius (i portatori del draco erano sottoposti a un magister draconum) per il draco, che passò ad identificare anche il signifer. Sotto Augusto, incrementata nel numero di navi, essa divenne stabile. Si potrebbe ipotizzare che i quattro simboli fossero riferiti alle quattro legioni citate da Livio. Ulteriore sviluppo della seconda era la fase (terza) della circumvallatio, utile ai fini della difesa dall'esterno e dall'interno del campo degli assedianti, impiegato da Cesare ad Alesia. [5] Con l'inclusione del popolo Sabino, Romolo raddoppiò il volume delle truppe, potendo così contare su 6 000 fanti e 600 cavalieri. Egli, infatti, trasformò la "riserva strategica mobile" introdotta da Gallieno (di sola cavalleria) in un vero e proprio "esercito mobile" detto comitatus,[139] nettamente distinto da un "esercito di confine". Non sembra vi furono sostanziali modifiche riguardo alla gerarchia interna delle legioni, rispetto all'epoca di Gallieno. A questo punto troviamo gli ufficiali della legione imperiale. [15] Quarta e quinta classe costituivano la fanteria leggera[14] che solitamente era disposta al di fuori dallo schieramento.[13][14]. Vi è, infine, da aggiungere che nel 365, il nuovo imperatore Valentiniano I (Augustus senior presso Mediolanum), spartì con il fratello minore Valente (Augustus iunior presso Costantinopoli) tutte le unità militari dell'Impero (comprese quindi le legiones), le quali furono attribuite all'uno o all'altro in parti uguali (quelle di 1 000 armati) oppure divise in due metà (quelle con un numero di legionari ancora di consistenza superiore ai 2 000 armati) dette rispettivamente "senior" (assegnate a Valentiniano I) e "iunior" (assegnate a Valente). Con l'ulteriore espansione della flotta, le navi vennero dotate di contingenti di fanteria imbarcata. Le risposte per i cruciverba che iniziano con le lettere A, AS. [84] Lo stesso Plinio in Bitinia ricevette la richiesta di selezionare dei tecnici della più vicina legione per l'edificazione di un canale. [56], La fanteria legionaria era divisa in 10 coorti (di cui nove di 480 armati ciascuna), che al loro interno contavano 3 manipoli oppure 6 centurie. Non sembra vi fossero particolari cambiamenti interni alla struttura della legione. Tra i fanti, i più "benestanti" erano i triarii, che potevano permettersi l'equipaggiamento più completo e pesante, mentre gli accensi erano i più poveri, presi dalla quarta classe di cittadini, secondo l'ordinamento censitario di Servio Tullio. [124] Una delle prime unità di contarii fu l'Ala I Ulpia contariorum militaria, di stanza nella vicina Pannonia inferiore, costituita successivamente alla campagna dacica di Traiano. [140] L'abolizione della cavalleria interna alla legione, fu un processo lungo iniziato dalla riforma di Gallieno (o degli imperatori illirici), quando la cavalleria andò lentamente separandosi dalla fanteria legionaria, divenendo di fatto indipendente proprio sotto Costantino I (324-337) e cessando così di esistere come corpo aggregato alla legione romana.[162]. Se in età regia la legione identificava l'esercito per intero, durante la repubblica le maggiori esigenze operative han via via fatto aumentare il numero di legioni attive contemporaneamente, seppur in maniera contingente. Quando, dopo la guerra sociale del 90-88 a. C., gli Italici ottennero la cittadinanza romana, nella legione furono abolite le ali degli alleati e a esse subentrarono reparti di fanteria e cavalleria forniti dai provinciali (auxilia). Gladio (arma)--> Spada corta, a punta e a doppio taglio. In virtù dell'ereditarietà dei mestieri decisa da Diocleziano, si impose ai figli di ex militari la ferma obbligatoria, anche se però questi godevano di privilegi dovuti alla carriera dei propri padri. Le centurie, di 60 uomini nelle prime due linee e di 30 nella terza, furono raggruppate a due per due in manipoli comandati da centurioni. La legione romana era un’unità di primaria importanza a livello tattico ma anche a livello strategico in quanto la sua sola presenza in una Provincia rappresentava un valido deterrente per i nemici, nonché un formidabile strumento di romanizzazione dei popoli assoggettati. Diocleziano creò una vera e propria gerarchia militare sin dalle più alte cariche statali, quelle dei "quattro" Imperatori, dove il più alto in grado era l'Augusto Iovio (protetto da Giove), assistito da un secondo Augusto Herculio (protetto da un semidio, Ercole), a cui si aggiungevano i due rispettivi Cesari,[135] ovvero i "successori designati".[134]. La cavalleria poteva essere leggera o pesante a seconda dell'armamento o della pesantezza dell'armatura. Analogamente conferì all'"esercito di confine" una connotazione più peculiare: le unità che lo costituivano furono definite limitanee (stanziate lungo i limes) e riparienses (operanti lungo i fiumi Reno e Danubio) (in epoca teodosiana alcune di esse furono rinominate pseudocomitatenses quando trasferite nell'"esercito mobile"). Nei secoli successivi subirono continui perfezionamenti, in potenza e tipologia di munizioni, divenendo i terribili "tormenta ", le artiglierie meccaniche dell'esercito romano, che restarono in servizio per ben otto secoli. I primi erano costruiti in via temporanea per garantire la sicurezza della legione durante la sosta notturna in territorio nemico, i secondi erano relativamente stabili e potevano essere di due tipi: castra hibernia, in cui svernare, e castra aestiva, in cui alloggiare le truppe nei mesi estivi o in prossimità delle campagne militari. Insieme alle baliste venivano schierati anche gli onagri (catapulte chiamate così per il rinculo che producevano durante il lancio), che lanciavano massi ricoperti di pece, cui si appiccava il fuoco, creando vere "bombe incendiarie", con lo scopo di abbattere le difese nemiche, distruggendo mura ed edifici. Qui nel comitatus, costituito da due vexillationes di cavalleria (tra Promoti e Comites), e tre legiones (Herculiani, Ioviani e Lanciarii), ebbero ancora grande importanza le forze di cavalleria (vexillationes), che, ricordiamo, al tempo di Gallieno ne costituirono l'intera "riserva strategica mobile"[140]. [179] Privato dell'esercito delle Gallie, ed essendosi ridotti i territori gallici sotto il controllo del governo centrale alle sole Provenza e Alvernia, l'impero non fu più in grado di difendere queste province con il solo ricorso all'esercito d'Italia. In totale vi erano circa 340 000 uomini, di cui 140 000 servivano nelle legioni. [82][83], Ma il genio della legione non assolveva soltanto a funzioni militari. L'aquila assunse un ruolo molto importante per l'impero romano ed in modo particolare per le sue legioni che vedevano in quel simbolo la rappresentazione della forza e della potenza e quindi l'essenza stessa della loro identità. Alle ali, oltre alla cavalleria, c’erano reparti di truppe ausiliarie fornite dalle popolazioni alleate. Con un editto infatti l'imperatore abrogò l'accesso dei senatori alla legazione di legione.[119]. Oltre all'aquila e al drago sarà utilizzato più tardi il labaro (labarum), drappo quadrato recante il monogramma di Cristo (oppure costituito da un drappo con tre cerchi sormontato dal monogramma), quando Costantino ne farà il simbolo del proprio esercito, promuovendone la sostituzione, una volta divenuto imperatore, alle precedenti simbologie pagane.
Case Indipendenti Da Ristrutturare A Torino, Spiramicina Per Polli, Accordo Affiliati Twitch, Pvc Guardia Di Finanza Nullo, Tattoo Albero Della Vita: Significato, Italia Spagna 1980 Formazione, Sentieri Cai Emilia-romagna,