8 settembre santo patrono

di | 9 Gennaio 2021

E poi i ‘fantasmi’. Ad Atene queste gare hanno luogo in onore di Dioniso, durante tre feste (Dionisie rustiche, Lenee, e Grandi Dionisie). »  (Aristotele, Poetica, 1449a), Testata giornalistica registrata al Tribunale di Napoli, autorizzazione 22 del 21/04/2015. La tragedia affronta le contraddizioni della vita e della civiltà, e spesso è costruita in base ad antinomie – vale a dire conflitti insanabili – che sono proprie di ogni età: essere/apparire, amore/odio, verità/menzogna, fede/ragione, natura/convenzione. Beh, in quale altro modo sarebbe possibile suscitare nel pubblico (_vale a dire nella parte dei cittadini della città di … Il pubblico vive in prima persona i conflitti alla base della tragedia, spesso attualizzati dall’autore. Nella decina di minuti che precedono la lettura, Gifuni richiama alla memoria notizie essenziali di quell’evento storico che ha segnato in maniera indelebile la storia della Repubblica italiana e che è stato al centro di più di una rielaborazione estetica (personalmente trovo il film di Marco Bellocchio del 2003, Buongiorno, notte, tra le più riuscite). Gifuni è ben consapevole del potenziale etico, estetico, simbolico, oltre che storico, del testo delle lettere e del memoriale del Presidente della Democrazia Cristiana, la cui prima lettura da parte dell'attore è nata nell’ambito di un’occasione commemorativa, i quarant’anni dagli avvenimenti e dall’eccidio di Moro e della sua scorta. In questa tradizione può rientrare anche una parte del teatro di parola italiano, di Marco Paolini (ad esempio con il Racconto del Vajont) o di Ascanio Celestini. Coerentemente con la natura stessa del teatro, che è di natura politica (cioè legata alla vita e alla società della polis), i documenti sono messi a disposizione in tutta la loro multiforme potenzialità, non da ultima quella emotiva: così si mostra come il testo documentario, affidato a una voce e a un corpo su una scena, riesca a suscitare, in chi lo ascolti e veda, le stesse reazioni estetiche, emotive, di pensiero suscitate da testi teatrali in senso proprio. Prima di ripercorrere la realtà storica e la forza documentaria delle lettere e del memoriale, ha mostrato al pubblico lo spazio della finzione nel quale sarebbe entrato di lì a poco: gesti delle mani e sguardi parlanti hanno definito il luogo e, verrebbe da dire, lo hanno consacrato al rito della memoria viva di un corpo da ri/portare in vita. Nella tragedia greca, la legge, lo stato, la regola sono concetti fondamentali. 1 (f.-ca) Tragediografo . Sull’orchestra si trova la statua di Dioniso; la giornata inizia con sacrifici e libagioniSe inizialmente lo spettacolo era a pagamento, poi verrà istituita una cassa apposita per i cittadini poveri. Va tuttavia ribadito che il teatro documentario in senso stretto consiste nella proposizione dei documenti nella loro eloquente nudità, con minime rielaborazioni a fini drammaturgici e scene essenziali, a meno che – è il caso di Milo Rau o dei Rimini Protokoll, regista e gruppo ormai ben noti in Italia e presenti sulle nostre pagine – non si scelga la via del re-enactment, della ricostruzione vera e propria dell’evento narrato, così che anche l’ambiente, l’abbigliamento, la gestualità, gli oggetti diventino ‘documenti’ di ciò che si sta ri-portando in scena. NELLA TRAGEDIA GRECA . Ma non si può non ricordare anche Der Stellvetreter (Il Vicario) di Rolf Hochhuth, autore recentemente scomparso, portato in scena nel 1963: una pièce lunga e complessa, originariamente troppo lunga per essere rappresentata, che adoperava il collage di documenti per raccontare la vicenda del silenzio del Papa davanti alla deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma, un dramma che costituì all’epoca uno degli scandali letterari più importanti del Novecento (qualcosa a proposito di una sua recente messa in scena in Italia si può trovare qui). Le traduzioni dei versi di Antigone e de I Persiani sono di Luigi Belloni (a cura di, Sofocle. Una delle particolarità di questo stile artistico è che tutti i lavori teatrali erano messi in scena unicamente una volta. I giudici in ogni gara assegnano tre premi, al miglior poeta, corego e attore, che consistono in corone d’edera. Questa è la via scelta da Fabrizio Gifuni, forte della sua indiscussa capacità di interprete di opere non nate per il teatro (come Il dio di Roserio di Giovanni Testori e Lo straniero di Albert Camus), per riproporre nel Con il vostro irridente silenzio (Piccolo Teatro Grassi, 6-17 ottobre 2020) la lettura nuda e limpida di parte delle lettere di Aldo Moro dai 55 giorni da prigioniero delle Brigate Rosse e del Memoriale, venuto alla luce solo nel 1990. Fiorini), del 2012 Generi lirico-corali nella produzione drammatica di Sofocle (Narr) e del 2013 La tragedia greca (il Mulino); con F. Condello ha curato di «Un compito infinito». Frasi di Eschilo, il re della tragedia greca. Lo spettacolo avviene in un teatro, in legno nel V sec e in pietra nel IV; dura dall’alba al tramonto. La tragedia greca è un genere teatrale nato nell' antica Grecia, la cui messa in scena era, per gli abitanti della Atene classica, una cerimonia di tipo religioso con forti valenze sociali. Giacché dapprima si servivano del tetrametro perché era una poesia di carattere satiresco e più danzata, ma quando poi si introdusse il linguaggio parlato, la sua natura stessa trovò il metro adatto, perché quello giambico è il metro più vicino al parlato; e la prova ne è questa: spesso nel parlare tra noi pronunciamo dei giambi mentre molto di rado degli esametri, ed allora ci solleviamo al di sopra della cadenza del parlato. La drammaturgia di Con il vostro irridente silenzio è un’alternarsi di passi del memoriale e di lettere, scelte fra quelle inviate da Moro all’amatissima moglie Eleonora e agli adorati figli e nipoti, al Papa Paolo VI, agli amici e colleghi della DC che, in finale di partita, diventeranno ex: Cossiga, Zaccagnini, lo «smemorato» Taviani, Andreotti, «austero» e «fraudolento regista», disumanamente «rimasto indifferente» (lettera ad Andreotti e ai miei ex amici), per ricordare i principali. Attorno a molte di quelle parole, ancorate pervicacemente ai fogli di carta delle lettere e del memoriale, è stata lasciata una «scia di sangue». Ecco i testi: presi in mano con fiducia e tesi verso il pubblico. A cura di: Carlo Alberto Correale – II A ... e Nicostrato che era specializzato nel ruolo di messaggero: questo gli valse anche un modo di dire (“alla maniera di σicostrato” all’epoca significava “in modo chiaro e diretto”, … Un’altra parola forte è ‘maledizione’, caduta sulle parole di Moro: un uomo che era stato drogato, si era detto da più (e impensabili) parti per sconfessarne la verità; un uomo senza più lucidità («Moro, insomma, non è Moro»); vittima della sindrome di Stoccolma. In teatro il suo corpo torna a vivere, si riappropria di una tragedia umana e politica vissuta fino in fondo e si fa metaforicamente compagno di altri, più antichi fantasmi: impossibile non pensare al padre di Amleto e al primo di tutti, l’eidolon del re Dario che appare in quella splendida tragedia di Eschilo che è I Persiani, la sola a portare in scena una tragedia figlia della storia e non del mito. 10 Via Caetani, il corpo nella Renault 4, https://video.repubblica.it/webseries/aldo-moro-cronache-di-un-sequestro/10-via-caetani-il-corpo-nella-renault-4/304112/304742. tragicamente 1. Informa il pubblico sugli antefatti della vicenda. Coro e attori sono formati solo da maschi, che indossano la maschera per interpretare ogni personaggio. Perciò, questo tipo di teatro è definibile anche come ‘teatro di ricerca’, una direzione che dovrebbe essere tenuta presente sia nei corsi di storiografia che in quelli più propriamente di drammaturgia e regia nelle Università e nelle Accademie. τραγῳδία, comp. La citazione di Ezio Mauro è tratta da Aldo Moro – Cronache di un sequestro. CTRL + SPACE for auto-complete. Nelle prime due foto la 'prima' di 'Ermittlung' di Peter Weiss e la prima edizione presso l'editore Rowohlt. La maledizione e la scia di sangue, che riguardano non solo famiglie, figli che pagano colpe dei padri, ma anche città (Tebe insegna: I Sette contro Tebe; Edipo re; Baccanti, ad esempio); la ragione di Stato e quella, contrapposta, della philia. Tragedia greca. Il numero degli attori Eschilo per primo portò da uno a due, diminuì l’importanza del coro e promosse il discorso parlato al ruolo di protagonista; il terzo attore e la pittura della scena furono poi opera di Sofocle. C’è ancora la grandezza: partendo da racconti brevi e da uno stile giocoso, perché si stava mutando da un originario genere satiresco, soltanto più tardi la tragedia acquistò un carattere serio, mentre il metro dal primitivo tetrametro si fece giambico. ↵ La tragedia greca La tragedia è il primo genere nato in età classica. – 1. a. All’attore spettava il difficile compito di entrare in quel silenzio e trasformarlo, attraverso la rappresentazione di nuovi corpi e la creazione di uno spazio per accoglierli, dove essi potessero ri/vivere, agire, parlare e dove gli spettatori potessero vederli, sentirli, avere persino l’impressione di toccarli. dire che non ci si stupisce troppo, dato che essa è una delle possibilità del genere drammatico. Si è inoltrato in quello spazio ri/creato, con un movimento delle gambe volutamente enfatico, simile a quello che si compie quando si oltrepassa una siepe, un filo teso a mezz’aria, qualcosa che divide un luogo dall’altro. Testi classici e traduzioni d’autore nel Novecento italiano (BUP, 2015). Il teatro, nel suo massimo splendore, è elemento fondamentale nella società greca classica, e più specificatamente della cultura attica del V sec., quando ormai si è affermata la democrazia. Quelle mani sembrano collidere con la cheironomia ri/creata da Gifuni nell’essere Moro (in questo Studio e già nel 2012, nel film Romanzo di una strage), con la ripetizione della parola ‘mano’ nelle lettere alla famiglia: mano come veicolo di amore e tenerezza. Lo spettatore della tragedia greca veniva e "conosceva" qualcosa di più sulla natura della vita perchè veniva contagiato dall'interno, investito da una contemplazione, cioè da una conoscenza, che già esisteva prima di lui, che saliva dall'orchestra e suscitava … La tragedia greca è vista come un rito collettivo, intimamente legata alla polis, di cui condivide il destino. Gli «uomini di Stato e di partito» che lo compongono sono stati, coesi, la cabina di regia, i firmatari di un «ordine brutale venuto chissà da chi ma sottoscritto da tutti», della morte di un uomo che a questo coro, di cui pure aveva fatto parte, non può e soprattutto non vuole più appartenere. V. DI BENEDETTO, La tragedia greca di Jean-Pierre Vernant, Belfagor 33, 1978, 462-68, rist. Negli agoni tragici sono impegnati tre autori, che devono presentare quattro pezzi ciascuno, una trilogia di tre tragedie e un dramma satiresco; per la commedia ne sono invece impiegati cinque. Qual è l’origine della tragedia greca? 1156-1206): un inno alla tenerezza che sempre avvolge gli affetti più profondi. Segue la parodo, il «canto d’ingresso» del coro. 9-26. L’esodo dello Studio, proprio come in una tragedia greca, è interpretato dunque da un coro tragico ed inoltre tragicamente reale. ant. Mani, quelle di Moro, che non nascondono gli occhi forse perché, come scrive nell’ultima lettera alla moglie, «Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Il protagonista è la proiezione degli stessi sentimenti che provano gli spettatori. Sarebbe utile, come accade in molto teatro documentario e di ricerca, un dossier di accompagnamento. La seconda rivoluzione industriale: lo sviluppo e la crisi. Questo coro è radicalmente e fatalmente contrapposto al ‘personaggio’. Il teatro è intimamente connesso alla religione: commedie e tragedie sono rappresentate nelle gare che si svolgono in occasione delle grandi feste religiose. «Io non sono più nella Democrazia Cristiana»; «non mi resta che constatare la mia completa incompatibilità con il partito della D.C. […] mi dimetto dalla D.C.» (lettera a Zaccagnini; a Zaccagnini, mai recapitata; lettera del 5 maggio; memoriale). », La catarsi nell’antica Grecia, tra medicina e teatro, I Moralia di Plutarco di Cheronea: l’influenza dei Vangeli, La metrica classica: storia e usi di alcuni metri greci e latini, La cultura generale che serve per sostenere un concorso pubblico, Il Convivio di Dante Alighieri: analisi dell’opera, Bioluminescenza: il fenomeno degli organismi luminosi. L’invito alla prudenza, alla saggezza e alla misura, rivolto al figlio (lettera a Giovanni), che sembra sintetizzare, ma senza la struggente dolcezza che accompagna l’esortazione di Moro, appelli di cori e personaggi tragici come quelli di Emone e del coro di Antigone («l’essere tutto pieno di saggezza è la cosa di gran lunga migliore per l’uomo», vv. Per chi è nato negli anni Novanta e oltre, tuttavia, le notizie più propriamente storiche possono essere poco note: sicché una tale lettura, con tutti i nomi che contiene, compreso quello più famoso di Giulio Andreotti, potrebbe sfuggire nella sua dimensione storica proprio alle più giovani generazioni per le quali pensiamo che non bastino le parole di premessa. In questo prologo storico e documentario si ravvisa un recondito senso greco del tragico; lo si incontra in concetti che sono pilastri della tragedia greca: lo strazio del corpo, l’abbandono del corpo, il sacrificio. Ciò che rappresenta l'essenza della tragedia avv. Il mito ha una funzione paradigmatica, è il punto di partenza di discussioni a carattere sociale e filosofico. Tra i «morti che ritornano», i «cadaveri insepolti che tornano a visitarci, come quello di Pasolini», c’è Aldo Moro. Le rappresentazioni teatrali delle Grandi Dionisie servono alla città per dimostrare la propria influenza politica, e in tale occasione gli alleati portano il proprio tributo ad Atene. Il teatro documentario presuppone una lunga fase di accurate ricerche storiche: in Italia, di recente, porrei in questa corrente, che assume contemporaneamente un valore di testimonianza storica e di riflessione civile ed etica, anche l’encomiabile ricerca e attività di Archivio Zeta, legata al cimitero tedesco del Passo della Futa, attività su cui torneremo nelle pagine di questo blog e della rivista Visioni del tragico. Inoltre: la foto celebre del ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani; funerali di Stato in San Giovanni in Laterano,  https://rep.repubblica.it/;https://www.tpi.it/news/aldo-moro-42-anni-ritrovamento-20180509117409/; Con il vostro irridente silenzio, https://www.piccoloteatro.org/it/2020-2021/con-il-vostro-irridente-silenzio e https://www.noiminstrels.it/teatro/fabrizio-gifuni-piccolo-teatro/. Quel silenzio creava attesa nel pubblico e preludeva a nuovi corpi in scena; era tempo e spazio pieno. Questo, nella sostanza, il modo come Louis Gernet vedeva la tragedia greca, e non occorre dire che si tratta di indicazioni estremamente interessanti e pro duttive. Cerco di spiegartelo in modo chiaro. Dal racconto nudo e documentato del prologo Gifuni, grazie alla sua voce polifonica, ritaglia parole e frasi radianti che saranno guida per lui e noi spettatori nel viaggio che ci condurrà verso il buio della prigionia, squarciato da rapsodici bagliori di speranza, e verso la solitaria agonia di quei 55 giorni. Il pubblico non va a teatro per scoprire nuove storie, ma per vedere il modo con cui sono raccontate storie già conosciute. Il rapimento, la prigionia, la morte di Moro, inoltre, sono parti di una vicenda che da tempo ha superato i confini della storia evenemenziale per diventare evento simbolico: nelle lettere di Moro con chiarezza si prospetta la contrapposizione tra ragioni dello Stato e ragioni dell’umanità, una contrapposizione antichissima e che, come ho cercato di mostrare più dettagliatamente in Antigone ai tempi del terrorismo, pertiene al tema dell’Antigone di Sofocle. 8. Non è un caso che, a proposito dei fatti contemporanei al rapimento e all’omicidio Moro, in Germania si parlasse esplicitamente di Antigone come modello simbolico di riferimento per la questione umanitaria alla base della richiesta dello scambio di prigionieri tra Stato e terroristi. Almeno nella tragedia greca viene dato modo al pubblico di capire quello che sta accadendo. Poco dopo, parla ancora del corpo di Moro, del cui scandalo, da un certo momento in avanti della storia della Repubblica, affamata di «uomini nuovi, nuovo linguaggio», «non interessa più molto a nessuno». Anche in questa tragedia così umana c’è un coro, che Gifuni fa apparire attraverso le parole di Moro e che è composto da membri di una parte dello Stato (macro proiezione della città-polis), da uomini di potere. Estremamente doloroso, comportante anche la morte: una fine t. s.m. 720-721; «La prima cosa per essere felici è di gran lunga l’essere saggi», vv. La città ne controlla l’intera organizzazione e l’arconte eponimo ne è il responsabile. Edizione critica. E uno dei meriti del Vernant è di aver messo in circolazione (sia negli Abbozzi della volontà nella tragedia greca sia in … Direzione Generale Archivi, De Luca Editori d’Arte, Roma 2020. https://video.repubblica.it/webseries/aldo-moro-cronache-di-un-sequestro/10-via-caetani-il-corpo-nella-renault-4/304112/304742, https://rep.repubblica.it/;https://www.tpi.it/news/aldo-moro-42-anni-ritrovamento-20180509117409/, https://www.piccoloteatro.org/it/2020-2021/con-il-vostro-irridente-silenzio, https://www.noiminstrels.it/teatro/fabrizio-gifuni-piccolo-teatro/. In questo articolo proveremo a rispondere a queste domande attraverso l’interpretazione di Aristotele. Il pubblico partecipa in modo empatico alla tragedia. E soprattutto, qual è il senso della tragedia greca, il suo significato più intimo e profondo? 3 (solo sing.) Quindi Fabrizio Gifuni come Aldo Moro nel film 'Romanzo di una strage' di Marco Tullio Giordana (2012). 2 non com. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo». Per il rapporto tra il silenzio nell'Edipo Re e la pratica oratoria dell'interdizione verbale si veda Podlecky 1966. Appaiono finalmente in coppia generando l’opera d’arte della tragedia attica, … equilibri di questo rapporto, smontandone e rovesciandone le caratteristiche fondamentali, di deviare, attraverso la tragedia, il modo di pensare comune. Film sui Romani: quali sono i migliori da vedere? Attore di tragedia || fig. I coreghi, i poeti, gli spettacoli, gli attori e le gare sono scelti dalla città; i coreghi sono i finanziatori degli spettacoli e sono scelti fra cittadini molto ricchi (le spese erano piuttosto dispendiose). Ha toccato e mostrato ai nostri occhi, per renderci più partecipi della metamorfosi, due materie prime per diventare Moro: un pizzico di polvere bianca, preso da un mucchietto in un angolo del palco, materiale utile a ri/creare la caratteristica frezza di capelli bianchi di Moro, e fogli di carta, sparsi sul pavimento di quella che, nella finzione scenica, è la stanza della prigionia. Chiedo di essere seguito dai pochi che mi hanno veramente voluto bene e sono degni perciò di accompagnarmi con la loro preghiera e con il loro amore» (lettera a Zaccagnini). È insieme alla moglie Eleonora, ai figli Maria Fida, Anna, Agnese, Giovanni, a pochi amici che il corpo segnato a morte dall’oltraggio dell’«irridente silenzio» (lettera a Zaccagnini, mai recapitata), sarà presente l’ultima volta, per i funerali in forma privata, nella chiesa di San Tommaso di Torrita Tiberina. Il teatro è intimamente connesso alla religione: commedie e tragedie sono rappresentate nelle gare che si svolgono in occasione delle grandi feste religiose. Per quale ragione? Secondo i canoni della tragedia: interpretare tragicamente il mito 2. estens. Il suo richiamo è piuttosto la dichiarazione di una doppia necessità: di riannodare i fili della memoria alle scomode verità di un uomo che ha scelto di renderle durevoli scrivendole, rendendole testo, e che, nella sua «ora triste», non può dimenticare (come scrive in una lettera al figlio Giovanni); la necessità di ritornare a un sacrificio che, nonostante le ombre e gli spettri che ancora si agitano, è chiaro sia stato scritto da molti più nomi e per molti più motivi di quelli dichiarati ma schermati da un ‘irridente silenzio’, allora e ancora.

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