Quando ignori un neonato che piange, pensi che, così facendo, capirà che non può piangere solo per attirare l’attenzione. Leggi anche: Mai lasciar piangere un neonato per paura di viziarlo! Un neonato (ma anche un bimbo piccolo) non è in grado di calmarsi da solo. Questa questione è controversa, perché entrambe le posizioni coesistono: quella che afferma che è una cosa assolutamente negativa, così come quella di altri specialisti che invece affermano che il neonato può in questo modo imparare l’attesa e il controllo del suo comportamento. Il pianto è la principale forma di comunicazione del neonato, per esprimere le proprie necessità, i propri bisogni e per interagire con i propri genitori. La nuova ricerca condotta dagli studiosi dell’University of Warwick guidati da Ayten Bilgin mette ora in evidenza che lasciar piangere i neonati avrebbe degli effetti positivi sullo sviluppo dell’autocontrollo e, a differenza di quanto ritenuto negli ultimi anni, non avrebbe delle conseguenze negative sul comportamento futuro. Basterebbe l’istinto, ma non viviamo più nelle caverne, dicono, e quindi i più moderni ammettono che non è che piangere “fa bene” o “non fa male” ma, a quanto pare, lasciar piangere un neonato in modo che si rassegni a non chiamare la mamma è un’esigenza dettata dallo stile di vita odierno. Il pianto del neonato è un importante indice di vitalità del piccolo appena arrivato, un segnale che è forte, sano e capace di farsi sentire. Un neonato che piange è un richiamo irrefrenabile per una mamma che, d’istinto, non riesce a lasciarlo piangere e accorre subito in suo aiuto. Ma quindi, lasciar piangere il bambino è positivo o negativo? Dobbiamo innanzitutto pensare che se il bambino piange, lo fa per una ragione, sempre. A partire dalla nascita, il contatto precoce pelle a pelle con il neonato, amplifica il riconoscimento e la percezione sensoriale, un insieme di odori e sensazioni tattili che hanno l’effetto di rilassarlo e di rassicurarlo. Per alcuni pediatri lasciar piangere i bambini non provoca danni psichici o addirittura fisici nei neonati, ma recenti studi hanno dimostrato il contrario. Per molti mesi, il pianto resterà il suo principale modo di comunicare, di esprimere necessità, bisogni, semplici desideri. In realtà, quello che gli stai trasmettendo è completamente diverso. Per questi studi, i bambini che vengono lasciati piangere potrebbero pertanto restare traumatizzati a vita , perché il mancato intervento celere dei genitori fa innescare nel bebè quel meccanismo in cui vi è … Un metodo su cui i genitori si dividono è quello di lasciar piangere il bambino senza consolarlo, per fargli capire che la notte è l’ora della nanna e che deve riaddormentarsi da solo. Che sia perché ha fame, dolori, è sporco e va cambiato, o semplicemente ha bisogno del vostro contatto. Lasciar piangere un bambino solamente perché “impari a calmarsi” servirà solo a farlo sentire abbandonato. Il piccolo si rassegnerà al fatto che il suo pianto viene ignorato e sarà spinto a pensare di non potersi fidare delle persone che si prendono cura di lui. C’è un metodo ideato da certo professor Richard Ferber che si chiama metodo di attesa progressiva 5-10-15 dove i numeri stanno a indicare i minuti che si devono attendere prima di toccare il bambino che piange.Il dott. Il suo vagito si dimostra infatti un richiamo irresistibile: in questo modo, gli adulti corrono a occuparsi di lui.
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